SPETTACOLO
Teatro delle Albe / Ravenna Teatro / Accademia Perduta - Romagna Teatri / Ker Théâtre Mandiaye N'Diaye
Thiorò - Un cappuccetto rosso senegalese
Ideazione: Alessandro Argnani, Simone Marzocchi e Laura Redaelli
Con: Fallou Diop, Adama Gueye, Simone Marzocchi
Regia: Alessandro Argnani
Organizzazione: Moussa N'Diaye
VINCITORE PREMIO EOLO AWARDS 2019 MIGLIOR PROGETTO PRODUTTIVO
Thiorò - Un cappuccetto rosso senegalese vede in scena Adama Gueye e Fallou Diop, attori e musicisti, e Simone Marzocchi, compositore e trombettista, che intrecciano parola e musica e che dialogano facendo incontrare suoni, strumenti e ritmi europei e africani sotto la guida di Alessandro Argnani, attore del Teatro delle Albe da un ventennio, per la prima volta alle prese con la regia di uno spettacolo.
Un “meticciato teatrale” che ha origine e prosegue il percorso delle “Albe afro-romagnole”: nel 1988, infatti, la compagnia, intrecciando la lezione della tradizione teatrale alla ricerca del nuovo, acquisì al suo interno dei griots senegalesi, coniugando drammaturgia, danza, musica, dialetti, invenzione e radici, e costruendo un importante percorso teatrale, sociale e culturale che ha appunto portato alla nascita in Senegal di una realtà di rilievo (Ker Théâtre Mandiaye N’Diaye, compagnia guidata da Moussa N’Diaye, che tiene viva l’eredità artistica lasciata dal padre) che ha dato vita anche a questo spettacolo.
La compagnia sviluppa il proprio percorso intrecciando alla ricerca del “nuovo” la lezione della Tradizione teatrale: il drammaturgo e regista Martinelli scrive i testi ispirandosi agli antichi e al tempo presente, pensando le storie per gli attori, i quali diventano così veri e propri co-autori degli spettacoli. Nel 1988 la compagnia acquisisce al suo interno dei griots senegalesi: Mandiaye N’Diaye (da allora "colonna" africana della compagnia), Mor Awa Niang e El Hadji Niang.
La formazione diventa afro-romagnola e pratica un originale meticciato teatrale che coniuga drammaturgia e danza, musica e dialetti, invenzione e radici. Gli spettacoli, da Ruh. Romagna più Africa uguale (1988) a All’inferno! (1996), da I Polacchi (1998) al Sogno di una notte di mezza estate (2002), da Salmagundi (2004) a La mano (2005), valgono alle Albe premi e riconoscimenti, nazionali e internazionali, evidenziando una poetica rigorosa, raffinata ed emozionante, capace di restituire alla scena la sua antica e potente funzione narrativa.